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Encefalite da zecche - Tick borne encephalitis (TBE)
Eziologia
Virus: Flaviviridae, genere Flavivirus: tre sottotipi: European, Central Siberian, Far Eastern. L’entità delle differenze fra i sottotipi, basata sulle omologie delle sequenze nucleotidiche e aminoacidiche, è alquanto bassa. Non si verifica immunità crociata verso flavivirus trasmessi da zanzare.
Epidemiologia
Malattia infettiva a eziologia virale, potenzialmente grave per l’uomo, trasmessa principalmente tramite la puntura di zecche (in Italia Ixodes ricinus); è possibile una trasmissione per via alimentare tramite latte crudo, non pastorizzato, di animali infetti (caprini, ovini, bovini). È esclusa la trasmissione interumana.
Ospiti: mammiferi selvatici e domestici; uomo.
Serbatoi: prevalentemente micromammiferi mentre gli ungulati selvatici fungono da amplificatori delle popolazioni di zecche. Nelle zecche è possibile la trasmissione verticale (femmine-uova), trans-stadiale (da larve a ninfe ad adulti) e orizzontale (co-feeding, pasto di più zecche su animale viremico).
Profilassi vaccinale: sono disponibili vaccini a virus inattivato ampiamente usati in aree endemiche.
Diagnosi
Diagnosi clinica nell’uomo: sintomatologia variabile da forme febbrili lievi o inapparenti (60-70%), a forme febbrili simil-influenzali ad andamento bifasico con febbre, mialgie, nausea, vomito, che possono evolvere in gravi forme nervose (5-30%) – meningoencefaliti – talvolta con esito infausto (1-2%).
La diagnosi clinica negli animali è difficile, nella maggior parte degli animali la TBE decorre asintomatica e pochi sono i casi clinici riportati, per esempio nel cane con forme neurologiche
Diagnosi di laboratorio: esame del liquor; esami sierologici: la dimostrazione di anticorpi specifici (IgM, IgG) nel siero e nel fluido cerebrospinale risulta essere il metodo diagnostico di scelta (ELISA, SN); isolamento del virus su colture cellulari; diagnostica molecolare (RT-PCR).
Problemi di sanità pubblica
In Europa l’encefalite da zecche è nota fin dall’inizio del secolo. I primi studi sistematici risalgono agli anni ‘50-’60. Attualmente la TBE rappresenta un rilevante problema di sanità pubblica nell’Europa centro-orientale. Il virus risulta endemico in foci naturali nella maggior parte dei Paesi europei, così come in vaste zone dell’ex Unione Sovietica, della Cina e del Giappone.
Categorie a rischio: tutti coloro che frequentano, per motivi professionali o ricreativi, aree infestate da zecche infette, in particolare aree boschive o incolte a quote inferiori a 1000 - 1300 metri. I soggetti in età pediatrica (0-14 anni) sembrerebbero meno suscettibili alla malattia.
Andamento stagionale: la maggior parte dei casi si verifica nel periodo della tarda primavera – estate, inizio autunno, periodo di maggior attività delle zecche, tuttavia non sempre in associazione a una anamnesi di puntura da zecca.
Situazione epidemiologica nazionale ed europea
La TBE rappresenta, in alcuni Paesi europei, un grave problema di sanità pubblica. È attualmente endemica in 27 Paesi europei con più di 10.000 ricoveri registrati all’anno. Sono indenni le Isole Britanniche, i Paesi Bassi e la Penisola Iberica. La malattia risulta segnalata anche in Grecia, Turchia e numerosi Paesi balcanici. In Austria è stata adottata una strategia per il controllo e la prevenzione della malattia con un obbiettivo di copertura vaccinale vicino al 100% della popolazione. La presenza della malattia in Italia è segnalata prevalentemente nelle aree alpine e subalpine delle regioni nord-orientali.
Situazione epidemiologica regionale (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige)
La malattia è segnalata dal 1992 in Trentino (zona laghi di Lamar), dal 1994 nel bellunese e dal 2001 anche nella provincia di Treviso. È presente dal 1998 in Friuli Venezia Giulia (nelle province di Pordenone e Udine) e, a partire dal 2001, è stata rilevata in focolai circoscritti a Bolzano.
Il tasso di infezione nelle zecche, correlato alla possibilità di trasmissione all’uomo, è in generale inferiore all’1%, con variazioni in focolai locali da 0,4% a 2,2%.
La crescente attenzione da parte di diversi gruppi di ricerca sia verso i vettori (zecche), sia verso le malattie da questi trasmesse, si auspica possa portare a una maggior conoscenza e a una miglior gestione del problema.
Prevenzione e controllo
L’opera di prevenzione e controllo dovrà in generale essere condotta su più piani:
attività di ricerca e raccolta dati per la definizione e il monitoraggio del problema
allestimento di flussi informativi per la notifica di positività cliniche e sierologiche
monitoraggio dei vettori: determinazione della distribuzione geografica e valutazione della capacità vettoriale; monitoraggio del virus nelle popolazioni di zecche in aree a rischio
promozione delle attività di sorveglianza attiva su animali sentinella.
Dal punto di vista personale è possibile:
ricorrere alla vaccinazione se si appartiene a una categoria a rischio o se si prevede di passare del tempo in un’area endemica per TBE;
proteggersi dal morso delle zecche utilizzando repellenti per brevi periodi (gite);
in caso di rinvenimento di una zecca infissa sulla cute toglierla immediatamente. Per conoscere le modalità corrette di distacco di una zecca clicca qui
Attività di ricerca e di sorveglianza in essere o previste
L’IZSVe gestisce molte attività correlate alle malattie trasmesse da vettori, con progetti finanziati dalle regioni, dal ministero della Salute e dalla Comunità europea. In particolare, i progetti sulle zecche sono mirati al monitoraggio della distribuzione e densità della zecca Ixodes ricinus sul territorio del nord-est Italia e alla ricerca degli agenti patogeni.
Recentemente è stato attivato un sistema di allevamento di zecche in laboratorio per studi sulla biologia del vettore e, in futuro, sulla capacità di trasmissione di vari agenti patogeni agli animali e all’uomo.
fonte:
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.